Le PA sono “data custodian”: come creare fiducia nei cittadini e non sprecare risorse (anche grazie ai metadati)

Le Pubbliche amministrazioni sono data custodian e ogni utente deve sempre poter governare i suoi dati, anche mentre sono altri a custodirli: “Le informazioni essenziali per il cittadino sono metadati: dove sono i dati, chi li sta usando e perché – ha sottolineato Mario Vellella, Domain Advisory Manager di Irion, al Data Management Summit PA 2023 di Roma – ecco perché, anche alla luce del recente Data Governance Act, per costruire un sistema fruibile è centrale il governo dei dati. Stabilire l’ownership aiuta a descrivere correttamente i processi”.

Senza contare il tesoro potenzialmente nascosto nei dataset pubblici: “La metadatazione supporta l’analisi delle destinazioni d’uso: capire in che contesto sono stati usati i dati. Senza queste informazioni non riesco a collegarli ai processi e di conseguenza migliorare i servizi digitali al cittadino. Per esperienza, se non si riesce a comprendere il significato (più o meno) partecipativo dei dati, non sarà possibile riusarli e verranno buttato soldi, anche delle nostre tasse” aggiunge l’esperto.

Trust e governo dei dati: il caso e-Estonia

Strettamente correlato il tema della fiducia: “Servono un sistema organizzativo e processi per trasformare la conoscenza in un asset nazionale. Non solo il cittadino non vuole trovarsi a ridare dati che le PA hanno già, ma una PA non deve fare affermazioni infondate per rincorrere semplicità o velocità. Serve un buon compromesso per non farsi cogliere in fallo e non perdere subito trust agli occhi degli utenti” spiega Vellella.

Questo tipo di approccio e mentalità è stato al centro della case history presentata da Erika Piirmets, Digital Transformation Advisor di e-Estonia, l’agenzia per l’ICT nel Paese baltico: “Come distribuire il dato senza duplicarlo? Abbiamo una soluzione governativa (X Road) con un layer per lo scambio dati, decentralizzato ma connesso. Non devo essere la segretaria dei miei dati, se il governo ha già le mie informazioni. La fiducia deve essere guadagnata: il governo deve mostrarti che è in grado di gestirli” ha spiegato l’esperta estone.  

Il caso estone rappresenta per la nostra Pubblica amministrazione un incumbent di mercato, fortemente paragonabile a una fintech nei confronti di una banca: mette pressione e non ha legacy” sottolinea Vellella. “La nostra storia, che parte dai romani, è il nostro orgoglio e caratteristica distintiva, ma per la trasformazione digitale è come un’enorme valigia da portar dietro durante un lungo viaggio. Le innovazioni digitali devono applicarsi al nostro contesto”. Come dire: l’e-Estonia sarà scalabile in futuro (se dovessero aggiungersi nuovi cittadini di cui gestire i dati) ma non ha dovuto affrontare fin dalla partenza quasi 60 milioni di persone e un’antica burocrazia.

Interoperabilità e Irion per la PA 

Durante le tavole rotonde del DMS 2023 PA, una delle quali moderata da Antonio Rotundo di AgiD (l’Agenzia per l’Italia Digitale) è stato centrale il tema dell’interoperabilità e della fluidità nello scambio dei dati tra le Pubbliche amministrazioni, i settori economici e i cittadini (tenendo sempre conto delle normative in tema di privacy e sicurezza) nonché il confronto tra esperienze e iniziative per mettere questi ultimi al centro del governo dei dati.

Grazie alla sua Open Data Governance Edition, la piattaforma Irion EDM® può supportare (anche) le Pubbliche amministrazioni come motore dei workflow e delle regole necessarie per validare la produzione di un dataset con lo standard Open Data richiesto in questo ambito, in accordo con le linee guida nazionali rilasciate dall’AgiD, ma anche e soprattutto la qualità dei dati presenti nei database, messi a disposizione per i differenti use case per i quali gli enti fruitori (ad esempio le Regioni o i Comuni) richiedono quei dati.

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