I dati sono di moda, oggi. Il paradigma Data Driven e lo slogan “Data is new oil” sono manifestazioni di un movimento di interesse che interessa non solo gli addetti ai lavori. Questo movimento è stato il propulsore del fiorire di nuovi modelli organizzativi e tecnologici per la gestione dei data asset, primi fra tutti Data Fabric e Data Mesh.

Proviamo a chiarire i principi, i pilastri, le differenze, le possibili sinergie tra questi due modelli, pensati per affrontare le sfide del data management moderno: velocità, volumi, valorizzazione, affidabilità, compliance, presidio, eterogeneità, disambiguazione, collaborazione, partecipazione, sicurezza, fruibilità.

Lo scenario tipico che si presenta a chi si avvicina al patrimonio informativo di un’azienda è caratterizzato da un’elevata frammentazione. Spesso le soluzioni IT sono state acquistate seguendo logiche basate su necessità contingenti puntuali, talvolta anche sugli hype del momento, piuttosto che su una visione organica e integrata delle informazioni.

Ma un patchwork di molti strumenti diversi, di differenti fonti ha come conseguenza il proliferare di informazioni duplicate, magari con accezioni e finalità distinte; la difficoltà nell’identificare una ownership riconosciuta degli ambiti informativi presenti in azienda; una maggiore complessità nell’assolvimento di vincoli normativi; la necessità di dover disegnare modelli di interscambio delle informazioni, che dovranno essere mantenuti allineati alle variazioni delle singole fonti.

Queste considerazioni portano ad una riflessione sull’adeguatezza degli attuali modelli di gestione dei dati, sia sul piano delle architetture tecnologiche, sia su quello organizzativo. Benvenuti nell’era del Modern Data Management.