Oltre 50 data leader โ appartenenti a piรน di 20 diverse industry โ hanno partecipato al webinar in cui la community Data To Value, promossa da Irion, ha presentato i risultati della prima fase di test sul campo. In questi mesi di intenso confronto, professionisti in ambiti differenti hanno sperimentato nella propria organizzazione, fogli di calcolo alla mano, il modello di analisi dedicato alla Project Valuation, che aiuta a quantificare i benefici economici di un singolo progetto di Data Governance.
Gli obiettivi della community DTV
Lโaltro modello proposto nei gruppi di lavoro Data To Value si focalizza invece sulla Program Evaluation,ovvero lโimpatto complessivo di un presidio di Data Governance, ampio e continuativo. Lโapplicazione pratica di questi modelli รจ fondamentale per riuscire a calcolare lโimpatto sui bilanci aziendali delle attivitร di governo dei dati, come proposto allโavvio dei lavori: si veda il white paper Value Based Data Governance scritto da Franco Francia, Egle Romagnolli, Elena Testoni, Stefano Zoni e Mauro Tuvo. Lโobiettivo di lungo periodo della community รจ far evolvere questi due modelli fino a farli diventare uno standard di mercato, in modo trasversale ai vari settori economici, per qualsiasi impresa che abbia lโesigenza di corredare le progettualitร di data management con una valutazione puntuale degli effetti economici delle sue attivitร e delivery in materia di gestione del proprio patrimonio informativo.
Come รจ nato il Data To Value
โQuesto modello รจ stato testato nella realtร : non รจ rimasto solo su carta, ma impostato a partire da un progetto giร concluso e successivamente applicato e verificato su un caso dโuso reale. La stima del valore dei benefici รจ stata fatta configurando i driver previsti ed il risultato รจ stato poi confermato dal CFO, che in quel caso era anche alla guida del progettoโ ha raccontato Sara Giannetti, Information Technology Specialist nel Gruppo Credem.
โAffrontando la transizione digitale e il passaggio a un paradigma data driven, molte realtร oggi hanno iniziative in corso che riguardano il patrimonio informativoโ spiega Mauro Tuvo, Principal Advisor Irion e autore di โData Governanceโ (FrancoAngeli) il libro a cura di Egle Romagnolli che raccoglie 20 testimonianze sulle attivitร di governo dei dati.
โCi sembrava il momento giusto per condividere un modello che aiutasse nel valutare quali ritorni aspettarsi da questi interventi. Abbiamo cosรฌ iniziato una sorta di โroadshowโ tra Bologna, Milano, Roma e Torino per illustrare le caratteristiche del modello. Anche Douglas Laney, celebre autore di Infonomics, in occasione del DIAC, la convention annuale DAMA Italy in cui era guest speaker, ha manifestato apprezzamento per il lavoro svoltoโ.
Le presentazioni hanno coinvolto anche lโOsservatorio Big Data & Business Analytics del Politecnico di Milano, con il crescente interesse da parte di chi si occupa dei dati e ha bisogno di strumenti pratici per valorizzarli nella propria azienda. Fino al grande evento, con oltre 150 partecipanti in sala, che si รจ svolto lo scorso settembre a Reggio Emilia e ha dato il via ai tavoli di confronto.
Destinazioni dโuso dei dati e mitigazione rischi
โAbbiamo legato le โdestinazioni dโusoโ dei dati al loro contributo al conto economico dellโaziendaโ spiega Tuvo. โUn certo use case puรฒ quindi concorrere a produrre valore, in termini di maggiori entrate o di risparmio sui costiโ. In altri casi, invece, i data asset coinvolti (ad esempio: tabelle, data product, business term) parteciperanno al caso dโuso per una parte, insieme ad altri asset aziendali: con il modello รจ possibile calcolare anche questo contributo parziale.
โProblemi di qualitร dei dati, mancanza di ownership, non conoscenza o mancato rispetto della semantica: tutte queste criticitร possono abbattere il valore dei datiโ prosegue lโesperto. โOgni progetto ha quindi lโobiettivo di ridurre le probabilitร e gli impatti di questi rischi, facendo in modo che la riduzione di valore venga mitigata proprio dagli interventi di governo dei dati che abbiamo previstoโ.
Per questo, secondo i modelli Data To Value, รจ cosรฌ importante stabilire un โobiettivo di mitigazioneโ: ogni iniziativa di Data Management deve mirare a ridurre i rischi (legati alla gestione dei dati) di una certa percentuale. Nei modelli proposti รจ presente una formula che lega il valore complessivo dellโintervento di Data management alla somma, per tutte le destinazioni dโuso dei dati, dell’effetto di mitigazione dei rischi indotto dal progetto stesso.
I template di calcolo inseriti nel modello permettono di stimare con sufficiente precisione il ROI (in termini di redditivitร ) del singolo progetto di governo dei dati. โIl valore del dato, come fattore produttivo, deve diventare una dimensione del controllo di gestione con la quale il CFO puรฒ monitorare gli effetti della gestione dei dati sul conto economico dellโaziendaโ sottolinea Mario Vellella, principal domain advisor Irion.
Primi test su insurance e regulatory reporting
โLa possibilitร di sapere quanto valgono i nostri dati ha creato stupore e interesse. Questo modello ci permetterร di dare piรน forza nel presentare i progetti relativi ai dati: la maggiore difficoltร รจ mettersi in gioco, cambiare mentalitร . ร un confronto tra colleghi, utile per superare i timori inizialiโ ha sottolineato Luca Fioretti, risk management data quality team leader, raccontando lo scenario e il processo di calcolo impiegato da Reale Mutua Assicurazioni per mettere alla prova il modello su due destinazioni dโuso (DDU) legate alla compliance normativa.
La prima si concentrava sul Solvency Capital Requirement (SCR), tipologia di DDU inquadrata nella Tipologia (macroarea) Gestione Rischi; la seconda riguardava IFRS17, gli standard per il reporting finanziario internazionale, inquadrati nella Reportistica Regolamentare. Il contributo della destinazione dโuso a una Tipologia viene stimato in percentuale (0-100%). Il contributo del singolo dato alla DDU segue una scala di cinque livelli, in ordine crescente: nullo, basso, condiviso, critico, esclusivo. Se pensiamo ad esempio ai dati di portafoglio, possiamo affermare sia che non servano solo per calcolare polizze (quindi il loro apporto non sarร โesclusivoโ) sia che il loro contributo specifico non sarร nullo; quindi, lo attesteremo su un livello intermedio.
Dai servizi fiscali alla finanza pubblica
โQuesto modello รจ stato un grande strumento di comunicazione in azienda. Aver fatto una stima della redditivitร del progetto, collegata alla percentuale di ownership dei dati, ha convinto tutti: non รจ stata solo una valutazione economica, ma una vera e propria ridefinizione degli obiettivi” ha raccontato Mauro Artico, team leader business intelligence di Servizi CGN. Il principale provider italiano nella consulenza B2B fiscale e del lavoro ha analizzato con il modello DTV i macro-processi in cui sono coinvolti i dati: le DDU individuate sono il supporto al business (CRM), il reporting direzionale e operativo, la compliance e le business operations.
โร cruciale la capacitร di leggere il dato e parlare la stessa lingua โ ha raccontato Sabrina Adamo, specialista data governance di Cassa Depositi e Prestiti โย il modello rispecchiava abbastanza la struttura del nostro bilancio, anche se in questa fase sfoltiremo le voci piรน piccole. Per usarlo a regime dovremo rivedere le regole di ingaggio della Data Governance e coinvolgere tutti gli stakeholderโ. Gli ambiti di CDP: segnalazioni di vigilanza, monitoraggio PNRR (business) e monitoraggio del credito (risk management). Una volta calibrato il modello allโinizio, sono iniziate le simulazioni. โSiamo abbastanza maturi da dialogare giร con i business owner. Sul controllo di gestione รจ invece piรน complesso interloquire, anche per la difficoltร nel ripartire i costi: Data To Value รจ una grande occasione per porsi le giuste domandeโ conclude lโesperta.