Data Management per il controllo di gestione: sette aspetti utili (e un metodo) per CFO e controller

webinar Assocontroller speaker Irion Mario Vellella Lanfranco Gastaldi

L’adozione di una cultura aziendale orientata al Data Management è cruciale per il ruolo del controller: diverse ricerche indicano che la qualità dei dati e l’integrazione delle tecnologie (metà delle organizzazioni usa più di cinque strumenti) sono tra le sfide chiave per i CFO e i controller del presente e futuro, ai quali sono sempre più richieste competenze di analisi e gestione dei dati.  

Partendo da questi aspetti, Assocontroller – l’associazione degli specialisti nel controllo di gestione – ha organizzato il webinar “Data Driven Financial Decision Making & AI Evolution” con numerosi spunti autorevoli, in cui sono intervenuti per Irion il Principal Domain Advisor Mario Vellella e Lanfranco Gastaldi, Principal Business Consultant.

Chi sono i controller e quali sfide affrontano

Qual è l’identikit del controller in Italia? L’organizzazione ha oltre 400 associati: al 72% sono laureati in economia, hanno età media 41 anni e il 17% lavora in grandi aziende (42% medie, gli altri tra micro e piccole). L’evento è stato aperto da Ivo Hristov, docente di Economia aziendale all’Università di Tor Vergata, che ha ricordato come i dati non finanziari abbiano “sempre un certo grado di soggettività che rende ancora più difficile governarli”.  

Poiché misurare le performance è difficile in ogni contesto e ci serve una “visione complessa”, vanno considerati vari aspetti: “L’azienda è un sistema con l’obiettivo di creare valore e la nostra analisi non può prescindere da tutti i suoi elementi, non solo economici e finanziari”. Significa mettere al centro fattori come la fidelizzazione dei clienti, l’integrazione tra i livelli aziendali, le motivazioni e cambiamenti culturali. E tutti gli indicatori di sostenibilità che – assieme alla digitalizzazione – compone i due pilastri dei progetti del PNRR, il piano nazionale per la ripresa e resilienza. Oltre a essere al centro della direttiva CSRD (novembre 2022) che dal 2025 obbliga le aziende europee quotate in borsa sopra i 500 dipendenti a pubblicare la cosiddetta Informativa Taxonomy – sui dati 2024 – nella propria relazione annuale sulla gestione finanziaria. Nel 2026 sarà il turno di tutte le imprese di grandi dimensioni e nel 2027 delle PMI quotate e altre. 

Valeria Lazzaroli, Chief Risk Officer dell’ENIA (ente nazionale per l’intelligenza artificiale) ha sottolineato i limiti dell’ecosistema pubblico-privato e del sistema finanziario nel favorire lo sviluppo dell’AI e le operazioni di scale-up; mentre per Massimo di Virgilio “le imprese hanno finito per creare comparti, ma in una logica evolutiva è evidente che la trasformazione digitale costringa a cambiare radicalmente il loro funzionamento. Ne vediamo tante in difficoltà, perché rifiutano il cambiamento”.

Il presidio dei dati tra innovazione e governo

Anche in virtù dei nuovi adempimenti, oggi i controller si trovano spesso ad affermare “non riesco più a fare il mio lavoro di controllo”: la complessità è una sfida in termini di Data Management. Insieme, i nostri due esperti hanno spiegato come l’equilibrio tra innovazione e governo del patrimonio informativo (garantendo velocità, flessibilità e sicurezza) sia la chiave per impostare un presidio efficace: da un lato la gestione del cambiamento che richiede agilità, personalizzazione, tempestività; dall’altro il “run” dei processi, con le sue necessità di efficienza, ricerca degli standard, automazione, certezza del risultato e compliance.

Sette aspetti della reportistica allo stato dell’arte

  1. Non esiste il reporting one-size-fits-all. La reportistica è personalizzazione (dell’analisi, delle “viste” sui dati e del layout) in base alle necessità della specifica organizzazione in cui viene richiesta. 
  2. Il reporting di ieri non è quello di domani. È una materia mutevole, in continua evoluzione, di pari passo con la dinamicità dei processi aziendali. 
  3. Le fonti dati tendono all’infinito. Sono tipicamente molteplici e non omogenee, sia nei formati che nella frequenza. Spesso, inoltre, sono presenti dati non strutturati e i volumi coinvolti sono significativi.  
  4. Il reporting è come Picasso. Dobbiamo adottare una prospettiva con molteplici sfaccettature per classificare, organizzare e raggruppare i dati con vari livelli di dettaglio, a seconda dei diversi destinatari e fruitori dei report da costruire.  
  5. Reporting e controller sono interdipendenti. Sono spesso necessari interventi manuali sui dati per integrare, modificare e correggere i report.  
  6. Un report è per sempre. La tracciabilità è un must: i dati devono essere “giustificabili” ed è necessario poter riprodurre uno specifico report a distanza di tempo per gli audit interni e (se necessario) per la compliance nei confronti delle norme e autorità esterne.  
  7. È un mostro mangia tempo. La reportistica è un insieme di attività onerose e per poter essere completa richiede un investimento di tempo significativo.

Le sfide dell’Enterprise Data Governance per i controller

Per definizione, il management control segue l’evoluzione organizzativa e le esigenze del business, rispondendo a nuove richieste quando necessario e presenta i dati con livelli di aggregazione differenziati a seconda degli stakeholder coinvolti. Trova ì suoi punti di attenzione nella struttura aziendale (come i centri di costo e ricavo), negli elementi di business (prodotti, servizi, commesse, etc), nelle diverse forme di budget.  

Tutto questo si traduce in almeno sette sfide di Data Management: governare qualità e processi, garantire tracciabilità in ogni step di elaborazione, ridurre i task manuali e ripetitivi per guadagnare efficienza, mitigare i rischi operativi, migliorare il processo decisionale e il change management, con l’obiettivo ultimo di liberare tempo per attività di analisi e controllo.

Approccio e funzionalità di Irion EDM

Nel linguaggio degli esperti di dati, si parla di tre fasi: Data Capture (acquisizione; qui uno dei principali obiettivi, con il supporto ad esempio di Irion EDM, è automatizzare il più possibile); Data Classification & Aggregation (classificazione, normalizzazione, elaborazione); e lo step finale che coinvolge Data Analytics & Reporting (sia il report finito da consegnare ad esempio al CdA, ma anche la possibilità di fare analytics, fornire dati agli altri uffici e creare dashboard per i controller stessi).  

Lungo l’intero data journey è necessario svolgere le opportune attività di integrazione dei dati e remediation, per identificare e gestire le criticità nei dati. Parimenti, di grande aiuto può essere un approccio orientato al Data Marketplace e ai Data Product (e in generale al Data Sharing in azienda) perché se un dato può non essere stato creato “per il consumo” da parte dei nostri utenti, un DP invece è stato sicuramente concepito con quelle caratteristiche. 

Alcune tra le capability di Irion usate nell’ambito del controllo di gestione, al fianco degli specialisti di questa materia da 20 anni, sono i workflow operativi (ove possibile, sono state realizzate soluzioni in cui il sistema acquisisce i dati ed elabora i report automaticamente), la gestione della governance con ruoli e permessi (catena delle responsabilità), i tracciamenti, storicizzazioni e certificazioni, la costruzione di interfacce (UI) su misura, dashboard operative  con persistenza dati, nonché il supporto dei motori della piattaforma per l’IA e il machine learning (anche grazie alla natura metadata-driven di Irion EDM).

UNI 11608: menzione esplicita per la Data Quality

La norma UNI 11608:2016 (requisiti professionali per i controller) enfatizza l’importanza della qualità dei dati nel controllo di gestione e definisce le competenze necessarie per garantire che il patrimonio informativo sia accurato, coerente e completo, come base imprescindibile per decisioni aziendali efficaci. Viene stabilito un legame diretto tra la Data Quality e la performance aziendale: se è insufficiente, non solo le analisi di business saranno imprecise, ma anche l’attuazione delle strategie in un’organizzazione, con impatti sulla sua competitività.

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Lanfranco Gastaldi

Principal Business & Data Management Consultant

Lanfranco lavora nell’ambito della consulenza applicativa per le istituzioni finanziarie e assicurative dal 1996, maturando significative esperienze in ambito Front/ Middle/Back Office e Risk Management.
Dal 2006 lavora in Irion, in cui ha seguito tematiche inerenti il controllo di gestione, la riconciliazione gestionale/contabile e il regulatory reporting.
Partecipa alle iniziative inerenti il Work Stream on Testing del progetto BIRD (Banks’ Integrated Reporting Dictionary) della BCE.

Mario Vellella

Domain Advisory Manager

PhD con oltre 25 anni di esperienza nel settore finance, già ricercatore, consulente e funzionario direttivo in area risk management, nonché collaboratore del Dipartimento di Economia e Management della “Sapienza” di Roma. Autore di pubblicazioni scientifiche internazionali, Mario ha un’elevata competenza come Domain Expert sulla Data Governance e sulla gestione integrata dei rischi maturata sia come consulente di multinazionali che all’interno del Gruppo Poste Italiane. In particolare, per BancoPosta è stato Chief Data Officer, responsabile dell’Ufficio Analisi integrata rischi e convalida modelli dopo aver ideato e implementato il modello avanzato per la gestione dei rischi operativi dell’intermediario.

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